2L - Presentiamo... Apollo


Presentiamo… Apollo

a cura di Daniele e Caterina


Leocarus , Apollo del Belvedere (350 a.C.), Museo del vaticano, città del Vaticano, Roma
 (particolare della testa)

Dall’unione di Zeus, il padre di tutti gli dèi, e di Latona, nacquero i gemelli Apollo e  Artemide sull’isola di Asteria. La loro nascita fu ostacolata da Era protettrice del matrimonio, la quale perseguitò Latona perchè gelosa del loro rapporto, per questo Latona fu costretta a rifugiarsi e a partorire i propri figli nascondendosi sull’isola.
Apollo è spesso raffigurato come dio dell’arte e della musica,  accompagnato dalle muse, le quali vivevano sull’ isola Elicona. Le muse erano delle divinità che appartenevano ad Apollo  che amavano suonare, cantare e danzare per il  lui.

Giulio Romano, Le muse danzano con Apollo, Firenze, Palazzo Pitti


Apollo viene rappresentato con la corona dall’alloro indossata sul capo, pianta legata alla storia di Dafne. Spesso lo si vede con l’arco e la cetra, perché il dio era un abile cacciatore come sua sorella Artemide.
Oltre ad essere dio dell’arte e della musica è anche Dio dell’arte medica e divinatoria, capace di scatenare e tener lontano malattie e pestilenze.
Apollo ebbe molti amori, come Ecuba, regina di Troia, o Cassandra, una delle cinquanta figle del re Priamo. A quest’ultima Apollo promise il dono della profezia in cambio di una bacio. La donna accettò ma poco dopo si rimangiò la parola data, perciò Apollo le sputò sulle labbra dandole il dono condannandola a far sì che nessuno ascoltasse le sue preveggenze.
Dall’amore tra il dio e Coronide nacque Asclepio dio della medicina arte che imparò dal centauro Chirone.
Apollo successivamente si innamorò del principe spartano Giacinto, il quale fu ucciso dal dio con un giavellotto lanciato accidentalemente. Non potendo farlo ritornare in vita, lo trasformò nel fiore che ancora oggi porta il suo nome.
 Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne (1622-1625), Roma, Galleria Borghese.

In seguito si innamorò di Daphne perché  Eros si vendicò della vanità di Apollo che pensava di essere il migliore nell’uso dell’arco. Eros colpì Apollo con una freccia d’oro facendolo innamorare di Dafne, mentre lei fu ferita da una freccia di piombo che le fece odiare il dio. Dafne incominciò a scappare mentre il dio la inseguiva. Talmente disperata Dafne chiese aiuto a suo padre Peleo, divinità fluviale, che la trasformò in una pinta di alloro.

 John William Waterhouse, Apollo and Daphne  (1908), Collezione Privata


1 commento:

Anonimo ha detto...

So was Apollo shepherd-like in feature,
That other shepherds were as fair and fleet
For where in such clear orbit moveth Nature,
All worlds in inter-action meet.

Thus hath success my fate and thine attended
Henceforth behind us let the past be furled !
O, feel thyself from highest God descended !
For thou belongest to the primal world.

Thy life shall circumscribe no fortress frowning !
Still, in eternal youth, stands as it stood.
For us, our stay with every rapture crowning,
Arcadia in Sparta's neighbourhood.

To tread this happy soil at last incited,
Thy flight was towards a joyous destiny 1
Now let our throne become a bower unblighted,
Our bliss become Arcadian and free !